Il clamoroso arresto di Matteo Messina Denaro ha riaperto diversi interrogativi sulla stagione più cruenta di Cosa Nostra. Vediamo chi è Leoluca Bagarella, uno dei mammasantissima della mafia siciliana, detenuto da tempo.
Il profilo
Leoluca Bagarella è un corleonese sia per nascita che per appartenenza criminale. A suo modo possiamo definirlo un figlio d’arte, visto che era il quarto figlio di un malavitoso storico di Corleone: si tratta di Salvatore Bagarella. Don Luchino, come in seguito sarebbe stato soprannominato, è il quarto figlio di Salvatore Bagarella e si guadagnò il soprannome poco edificante della Iena Corleonese. Un nickname che fa da subito comprendere quanto fosse cruento il suo modo di agire, seppur in un periodo storico caratterizzato da capimafia decisamente spietati. Leoluca Bagarella viene, infatti, collocato dai magistrati nell’ala stragista della Cosa Nostra. Nella fazione di Bagarella militavano personaggi di primo piano passati purtroppo alla storia della criminalità organizzata come Giovanni Brusca, i due Graviano e lo stesso Matteo Messina Denaro.
Quella stagione è passata purtroppo alla storia, non solo della Sicilia, ma anche dell’Italia per efferati delitti che hanno segnato nel profondo l’opinione pubblica. Il più clamoroso è la Strage di Capaci che costò la vita, nel maggio 1992, al giudice Giovanni Falcone, alla moglie ed agli agenti della scorta. L’altro omicidio che sconvolse tutta Italia fu quello di un bambino: si tratta del piccolo Giuseppe Di Matteo che venne sciolto nell’acido.
Le parentele con i boss
La stagione del terrore terminerà proprio a metà degli anni Novanta, con gli arresti eccellenti. Tra i primi a cadere ci sarà Totò Riina, poi nel 1995 viene braccato e catturato a Palermo proprio Leoluca Bagarella. Attualmente è ristretto al regime del carcere duro nella casa circondariale di Bancali, in Sardegna. Vediamo di sapere ora qualcosa in più sulle origini della famiglia Bagarella.
Leoluca Biagio Bagarella, questo il nome completo con cui viene registrato all’anagrafe del Comune di Corleone, è nato il 3 febbraio del 1942. Suo padre, come detto, era il mafioso Salvatore Bagarella e lui segue le orme del fratello maggiore, Calogero e decide di entrare nella cosca dei Corleonesi. Suo fratello era molto vicino a Luciano Liggio e diventerà fedelissimo di Totò Riina, di cui è cognato avendo sposato la sorella Ninetta. Negli anni Settanta questo gruppo comincia a macchiarsi di omicidi eccellenti come quelli del dirigente di polizia Boris Giuliano, del colonnello dei carabinieri Giuseppe Russo e del giornalista Mario Francese.
La morte della moglie
Bagarella viene fermato per la prima volta nel 1979, poi arriva la condanna al maxi processo. I pentiti Buscetta e Contorno consegnano a Giovanni Falcone un quadro indiziario che gli vale la condanna a 6 anni di reclusione per mafia, ridotta in Appello 4 anni. Nel 1990 sposa una donna di una famiglia di mafia: sua moglie è Vincenzina Marchese, sorella di Giuseppe Marchese, che diventerà collaboratore di giustizia dopo alcuni omicidi.
Quando Totò Riina viene arrestato prende la guida dell’ala stragista accanto alla primula rossa Matteo Messina Denaro e contrapponendosi a Bernando Provenzano. Condivide gli anni della latitanza con la moglie che muore suicida: fu colpita da depressione dopo due aborti e dopo la notizia del pentimento del fratello Pino.
Bagarella viene, invece, arrestato nel 1995 a Palermo. Da allora è detenuto in Sardegna dove non sono mancate le azioni spregiudicate, come il morso all’orecchio di un agente o l’aggressione a un boss di ndrangheta, colpito con l’olio bollente.
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